Chissà perché quando mi trovo davanti all’opportunità di
buttar giù qualche riga, improvvisamente il mio cervello si blocca. Ho sempre
desiderato avere uno di quegli strumenti che utilizzava Silente per infilarci i
propri pensieri. Perché lo potresti fare in qualsiasi momento, e poi andarli a
ripescare con calma. Avrei bisogno di questo. Infatti spesso la mia mente vaga
e lunghi monologhi si formulano mentre sono in bagno o prima di andare a
dormire. Degni di un trattato filosofico penso io. O forse spazzatura.
Per me scrivere significa entrare in un mood particolare. Un misto di malinconia e riflessione. Difficilmente
riesco ad entrarci a comando. Invece, quando mi ci trovo, non sono quasi mai nella
condizione di poter scrivere. Non so perché ho aperto questo blog. Forse da un po’
volevo riprendere a scrivere. Anche di cose inutili come queste.
Ultimamente nella mia testa c’è un turbinio di pensieri
inarrestabile. Ansia per l’esame? Per la laurea? Per il futuro? Rifiuto di
accettare che è veramente finita l’esperienza di Strasburgo e che a settembre
si torna all’opprimente vita universitaria? Voglia di evadere dalle
responsabilità e continuare a progettare di tutto e di più? Mi dicono che ho
troppa fantasia, ma io penso che a volte sognare sia l’unica cosa giusta da
fare.
Il mio sogno attuale è: vincere la lotteria, e viaggiare per
6 mesi. Andare nei posti più impensabili e scattare tante foto. Dico solo sei
mesi perché poi, anche se ricchissima, vorrei continuare l’università.
No, scherzo. Ovviamente questo non è il mio sogno attuale. Attualmente
non penso di avere un vero e proprio sogno, perché i sogni sono fini a se
stessi. Quelli che ronzano nella mia mente sono più che altro progetti che
spero ardentemente di realizzare, ma SOLO perché sono tutti parte di un mosaico
che c’è nella mia testa.
A volte mi chiedo se mi renda felice vivere così, una vita
di compromessi. Alla fine credo di si, almeno in parte. Perché ho notato che se
la parte razionale di me non è soddisfatta, non riesce ad esserlo neanche
quella più istintiva. Però quella parte istintiva è sempre li. È quella che
quando è andata a Berlino si è profondamente innamorata, e SOGNAVA di andare
li, da sola, per un anno. Non importa come o perché, ma DOVEVA farlo. Ecco si,
Strasburgo aveva riacceso quella parte di me. L’Italia mi ha fatto rientrare
nei miei vecchi abiti.
E allora eccomi qui, con qualcosa che mi manca come sempre.
Sere, bellissimo testo. Sai che qualcosa mi manca sempre anche a me... stia a casa, in Francia, in Italia o ovunque... chissa cosa sia questa cosa... Bon courage pour tes mots et tes reves, carissima.
RispondiEliminaMerci chérie! C'est bien de savoir que quelqu'un comprend cette bizarre "sensation" .. :) Bisous cara!
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